Dalla prefazione di Alan D. Altieri:
Ha molte
definizioni. Alcune sono, teoricamente, positive:
– amore (presunto?);
– affetto
(condizionato?);
– relazione
(interessata?);
– attrazione
(fatale?);
– sesso (forzato?);
– orgasmo
(simulato?);
etc-etc-etc.
Ha anche molte
connotazioni, praticamente tutte negative:
– violento (ti
gonfio la faccia, puttana/stronzo!)
– abusivo (va’ a
strisciare nella melma, razza di troia/pezzo di coglione!);
– fedifrago (hai
osato tradirmi, schifosa/o!);
– insultante (quando
guardo il tuo grugno da porca/o, mi viene la dissenteria emorragica!);
– ingannevole (sei
solamente un/a lurido/a bugiardo/a!);
etc-etc-etc.
Nel corso delle
svariate decine di migliaia di anni di evoluzione (de-voluzione?) strutturata
da Charles Darwin, il fulcro di questa doppia lista della spesa di prodotti
strutturalmente avariati rimane sempre e comunque il medesimo:
– il (non)rapporto
uomo-donna.
Stando a grappoli di
sapienti, il DNA umano differisce dal DNA dei primati solamente per frazioni di
percentuale. Il cliché lo conosciamo fino dalle scuole elementari: “l’uomo
discende dalla scimmia”.
Concetto articolato
e sviluppato in modo magistrale dal grande etologo britannico Desmond Morris
nel suo immortale capolavoro La Scimmia
Nuda (The Naked Ape), per quanto
il termine inglese ape identifichi in
realtà il “gorilla”.
L’“uomo” in
questione va inoltre inteso come comprensivo di entrambi i sessi, maschile
& femminile, costruiti dalla Natura in modo così da formare un... unicum, non il ben noto liquore ungherese ad alta gradazione alcolica bensì
un sistema vitale complementare.
Per contro, e senza
con questo disconoscere in alcun modo la validità del lavoro di Nonno Darwin,
stando a un diverso grappolo di sapienti, “maschio” e “femmina” non
appartengono affatto alla medesima linea evolutiva primaria. Nel senso che uomo
e donna apparterrebbero infatti a due specie separate e distinte, costrette a
“cooperare” secondo i pragmatici parametri descritti dall’ancora più grandioso
biologo francese, nonché Premio Nobel, Jacques Monod nel suo, di immortale
capolavoro, chiamato Il Caso e la
Necessità (Le Hasard et la
Nécessité). Oops!...
Esiste un metodo
nella (solo apparente) follia della (pseudo?)disquisizione di cui sopra. Se il
sublime Monod analizza sublimemente concetti quali teleonomia e invarianza delle
specie, noi meschini post-primati possiamo, molto più meschinamente, parlare di
“guerra dei sessi”.
Esatto: la più
ancestrale, la più eterna di tutte le guerre. Comincia sugli alberi, si sposta
nelle caverne, si dilata fino alle megalopoli. Un assassinio dopo l’altro, una
strage dopo l’altra, un mattatoio dopo l’altro.
Fast-forward a qui & ora,
millennio della famiglia devastata, della società disgregata, della religione
annientata, della economia detonata, in sostanza millennio dell’Apocalisse. Well, forse la vera Apocalisse è proprio questa, la guerra dei sessi.
Due specie che non
si piacciono, non si comprendono, non si rispettano, non si stimano. Due specie
costrette a copulare per sopravvivere ma che, nella realtà, vogliono solo e
solamente dominarsi a vicenda. Visto il fallimento intrinseco della proposta
dominio, non resta altro che sterminarsi a vicenda. Halleluyah! Il maschio ha (statisticamente) la forza fisica e la
rabbia primeva. La femmina ha (visceralmente) l’astuzia ferina e la ferocia premeditata.
Chi vincerà? Perché,
davvero non è già chiaro?
Le guerre eterne
hanno un unico vincitore: la morte eterna.
È precisamente in
questo scenario da tregenda lungamente annunciata che si colloca
“Vendicatrici!”, l’eccezionale raccolta che state per leggere. Andrea Coco,
ottimo curatore, schiera sul fronte della guerra dei sessi un’autoriale squadra
di guastatori & guastatrici al massimo livello dell’inventiva e della
professionalità.
Nulla ci viene
risparmiato in questa rccolta, nulla ci viene addomesticato, nulla ci viene
condonato. Dalla rivisitazione nera di Freaks,
capolavoro cinematografico del grottesco di Tod Browning, operata da Stefano
Fantelli, alla magia omicida evocata da Danilo Arona, dal perverso incubo
virtuale condotto da Massimo Mongai alla saga al veleno miscelata da Elisa
Podestà, dalla turpitudine coatta riportata da Paolo Logli alla crudeltà
ineluttabile allestita da Irene Incarico, dall’incubo voodoo orchestrato da
Antonio Tentori alla vendetta razziale perpetrata da Alda Teodorani.
Non si prendono
prigionieri/e nella guerra dei sessi, non si erigono campi di concentramento,
tutto ciò che si scava sono le fosse comuni. E se volete avere la visione più
perfetta di che-cosa verrà gettato in
quelle fosse, “Vendicatrici!” ve la offre in ogni più sinistro dettaglio, in
ogni più impietosa sfumatura.
Per cui sempre
avanti, boys & girls! Tutta la
strada fino al Ragnarök!
Le vendicatrici, autori vari (Cut-Up), 244 pagg.
Prefazione di Alan D. Altieri